Una storia ricca ed emozionante
Di proprietà del Duca Lamberto Bevilacqua e acquistata da Teresa Spadoni nel 1912, fu poi venduta nel 1924 all’industriale ebreo Renato Hirsch a cui si devono le innovazioni, le scelte estetiche più importanti e i dettagli di personalizzazione. Hirsch ha voluto caratterizzare la propria dimora combinando la sua estetica personale, la moda di quegli anni e il suo credo religioso, che hanno dato vita ad uno stile unico. La casa è diventata quindi un “libro di pietra” e ci racconta la vita di una persona, che ha avuto un ruolo importante nella società ferrarese del secolo scorso.
Vantava un parco di dimensioni simili a quello di Palazzo Massari , che si trova a pochi passi, così come la vicina Piazza Ariostea, in Corso Porta Mare al civico numero 6.
L’ingresso è imponente, scuro, bellissimo e ricco di mistero. In fondo, una grata ricamata da cui filtra la luce, permette di intravedere un pozzo e la vegetazione tutta intorno.
Casa Hirsch è un luogo ricco di storia, oggi presenta un giardino ridotto rispetto alle origini ma pur sempre molto affascinante contornato da un ampio loggiato e una costruzione per eventi esterni tipica di quegli anni che viene da sempre definita “la Limonaia”, probabilmente perchè nel periodo invernale ospitava molteplici piante di questi agrumi.
Grazie a Renato Hirsch l’edificio si circondò di un ampio parco: il muro merlato, il loggiato e le decorazioni di pietra tra cui colonne e capitelli che rimandano a quel tempo passato.
Renato Hirsch nasce a Ferrara il 23 febbraio 1889 in una facoltosa famiglia ebraica. Alla morte del padre Carlo, assume la direzione del maglificio di famiglia, un’industria importantissima nel panorama locale con sede nell’attuale via Aldigheri e succursali a Comacchio, Copparo e Bondeno. Vi trovano occupazione centinaia di operai, per i quali Renato crea strutture autonome di sostegno come l’assistenza sanitaria e l’asilo per i figli delle operaie, fondato nel 1925. Quando Renato Hirsch le rileva, le “Industrie Riunite Hirsch Odorati” esportano nelle Americhe, in Egitto, nell’Est europeo, nelle Indie inglesi e olandesi. Ha combattuto ed è stato ferito durante la prima guerra mondiale (decorato con la medaglia d’argento) e, all’avvento del fascismo, si schiera apertamente contro il regime. Riesce a contrastare gli squadristi ferraresi e a portare avanti, anche nei confronti dei suoi operai, la sua politica di liberale.
Nel 1940, l’internamento in vari campi di prigionia e infine alla residenza coatta in provincia di Varese. Dopo la guerra, nel 1945 viene nominato prefetto della città e nel 1997 la Giunta comunale di Ferrara delibera l’intitolazione di una strada a Hirsch: sulla targa è scritto “Renato Hirsch - Prefetto della Liberazione”. Nel 1949 si trasferisce definitivamente in Israele dove raggiunge i propri famigliari e dove vivrà fino al 1977, anno della sua scomparsa.